Biografie






Anton von Webern 
(Vienna 1883 - Mittersill, Salisburgo 1945)

Compositore austriaco. Iniziati gli studi musicali a Klagenfurt, li proseguì a Vienna con Guido Adler, laureandosi in musicologia ed in filosofia. Del 1902 è l’avvenimento più importante della sua vita: l’incontro con Schönberg, di cui, insieme a Berg, divenne l’allievo più assiduo. Nel 1908 iniziò l’attività di direttore d’orchestra, che proseguì a Vienna e in altre capitali d’Europa quali Danzica (1910-1916) e Praga (1917-1918). Rifiutatosi, con l’avvento del nazismo, di emigrare, si ritirò a vita privata dedicandosi all’insegnamento e poi, dispersi i suoi allievi, esclusivamente alla composizione. Fu colpito a morte, forse per errore, dal proiettile di un militare d’occupazione. Formatosi attraverso l’espressionismo, Webern considerò questa fase culturale come transitoria: una sorta di pedaggio da pagare al fine di affrancarsi dalle stanchezze del linguaggio tradizionale e di poter continuare a cantare nella forma più classica, secondo i presupposti più aurei del dominio, da parte dell’uomo, sull’universo. Nell’ambito della triade Schönberg – Berg – Webern, viene considerato l’ estremista più intransigente, il più risoluto realizzatore del metodo di composizione seriale. Per questo la sua musica fu inizialmente derisa e schernita come un vaneggiamento insensato, e gode oggi invece di una notevole stima. Si ammira in lui il rigore assoluto della struttura musicale che sottomette anche i valori timbrici e ritmici alla stessa legge seriale che coordina la successione delle note. La sua stretta ortodossia dodecafonica gli consentì di creare lavori brevissimi e compiuti (“ un romanzo in un sospiro”», come li definì Schönberg) in cui un intero microcosmo s’impone come il frutto più prezioso di tutta una civiltà musicale, di tutto un coerente ed eroico impegno intellettuale. Dalle sue opere emergono La Passacaglia op. 1 (1908), numerosi Lieder su testi di George, Rilke i Cinque movimenti per quartetto d’archi op. 5 (1909), i Sei pezzi per orchestra op. 6 (1910), la Sinfonia op. 21(1928), il Concerto op. 24 (1934), le Variazioni op. 27 (1936), il Quartetto per archi op. 28 (1938), e infine la Cantata I op. 29 (1939) e la Cantata II op. 31(1942) di inconsueta ampiezza.



http://www.antonwebern.com/

http://graham.main.nc.us/%7ebhammel/MUSIC/webern.html

http://www.artv.it/ln_kks_roma/L3/A0/STORIA_SOCIETA/musica/tr_02c.htm

 
 

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