Biografie






Giacomo Volpi 
(Lanuvio (Roma), 11 Dicembre 1892 - Burjassot, 17 marzo 1979)

Giacomo Volpi (Lauri era un'aggiunta successiva per distinguersi da altri due tenori dello stesso nome), uno dei più grandi tenori italiani, quindicesimo figlio di un fornaio, rimane orfano di padre all'età di 11 anni e trova protezione in uno zio. Frequenta il liceo nel seminario di Albano Laziale, poi si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza alla "Sapienza" di Roma. Negli stessi anni nasceva in lui il “morbo” del canto e, contemporaneamente agli studi di legge frequenta l'Accademia di Santa Cecilia sotto la guida del maestro Antonio Cotogni, grande baritono e gran conoscitore dei segreti del bel canto dell'Ottocento. Ma nel 1915 Giacomo dovette abbandonare tutto bruscamente, perché chiamato a combattere nella prima guerra Mondiale. Di ritorno nel 1918, Cotogni sfortunatamente era morto, ma il giovane tenore non perse la sua passione per il canto. Infatti solo un anno dopo esordì a Viterbo (a 27 anni) con lo pseudonimo di Giacomo Rubini, nei "Puritani" di Bellini interpretando Arturo e successivamente con "Rigoletto". L'anno successivo, 3 gennaio 1920, il trionfo a Roma al Teatro Costanzi, con la "Manon Lescaut" nel ruolo di Des Grieux accanto a Ezio Pinza e Rosina Storchio, con il suo vero nome. Così cominciava la sua straordinaria carriera, piena di successi in Italia ed in tutto il mondo, al fianco di grandi nomi quali Caruso, Aureliano Pertile, Beniamino Gigli e tanti altri. Negli Stati Uniti, soprattutto a New York ebbe una immensa popolarità negli anni venti fino al 1933 quando rientrato in Italia fu costretto a restare dal regime fascista, perchè Mussolini lo considerava uno degli alti esponenti della cultura italiana fascista. Successivamente s'integrò nel regime fascista ed iniziata la II Guerra Mondiale, Mussolini lo nominò colonnello dell'esercito italiano e partecipò con il suo canto alle manifestazioni fasciste e militari. Dopo la guerra si trasferisce a Burjasot in Spagna, che diventerà la sua seconda casa che dividerà con sua moglie nonché soprano Maria Ros e dove resterà fino alla sua morte nel 1979. Interpretò personaggi come il Duca nel Rigoletto, Manrico nel Trovatore, Radames nell'Aida, Rodolfo nella Luisa Miller (che fu esumata per lui), Arturo nei Puritani, Raoul negli Ugolotti, Arnoldo nel Guglielmo Tell, e poi ancora nella Tosca, nella Carmen, nei Pagliacci, nella Bohème ma fu nella Turandot di Puccini, interpretando Calaf, che fu splendidamente immenso. La sua ultima apparizione in pubblico è nel 1959 a Roma nelle vesti di Manrico (Il Trovatore). Anche nelle opere sopra citate però, egli usava una vocalità che si rifaceva al modello del tenore di forza ottocentesco, il quale attingeva la corda eroica per mezzo del fraseggio, della dizione aulica e scandita e dello scintillio degli estremi acuti, senza appesantire il medium alla ricerca di volume e risonanze baritonali. Per questo il repertorio più calzante alle sue corde, era quello ottocentesco, in cui poteva impersonare, oltre all'innamorato, il guerriero, il condottiero, il personaggio animato da alti ideali di patria o di fede al quale si addiceva particolarmente la fierezza e la nobiltà del suo canto, che all'occorrenza poteva addolcirsi in mezzevoci straordinarie.



http://www.giuseppedeluca.it/index3.html

www.lanuvionline.eu/.../giacomo_lauri_volpi.htm

http://www.liricamente.it/showdocument.asp?iddocumento=284

 
 

indietro