Glossario

Glossario dei Termini musicali

lettera: I , record trovati: 16


Impromptu,
(Fr., improvviso) (1) brano musicale improvvisato; (2) composizione scritta, ma con stile di carattere improvvisatorio.


Improvvisazione,
arte di far musica spontaneamente, cioè abilità di concepire ed eseguire della musica senza prima averla scritta. Questa libera invenzione, già importantissima nella musica antica, oggi è alla base del jazz.


Inno,
composizione, spesso corale, in lode della divinità.


In nomine,
(L. " nel nome di ") composizione contrappuntistica su tema di un canto liturgico, caratteristica dell' Inghilterra del XVI e XVII sec. e per lo più eseguita da viole.


Intavolatura,
semplice metodo di notazione musicale per liuto, chitarra e altri strumenti a pizzico: indica direttamente la posizione delle dita sulle corde.


Interludio,
(1) breve composizione inserita tra due parti di una rappresentazione; (2) breve episodio strumentale tra i versi di un inno o tra le strofe di un canto corale.


Intermezzo,
(It.) breve operina che si inseriva tra un' atto e l' altro di un' opera settecentesca; (2) movimento di una sinfonia, sonata ecc.; (3) breve composizione, spesso pianistica, di forma libera.


Intero,
vedi Semibreve


Intervallo,
differenza d'altezza tra due note. Nella musica occidentale gli intervalli prendono nome dal numero di gradi della scala che essi abbracciano. Nella scala di do maggiore, ad esempio, avremo un intervallo di seconda (do-re), di terza (do-mi), di quarta (do-fa), di quinta (do-sol), di sesta (do-la), di settima (do-si), di ottava (do-do). Sono tutti intervalli semplici, quelli più ampi si dicono composti e si considerano come un intervallo d'ottava più un intervallo semplice. Intervalli dello stesso nome, che cioè abbracciano ugual numero di gradi della scala, possono tuttavia avere dimensioni diverse. Quelli di seconda, ad esempio, possono comprendere un tono e sono detti maggiori (do-re, re-mi, fa-sol, sol-la, la-si) ma possono comprendere anche soltanto un semítono (mi-fa, si-do) e allora son detti minori. Così una terza maggiore (do-mi) ha due toni, la terza minore (mi-sol) ha un tono e un semitono. Gli intervalli di quarta e quinta si dicono giusti, con due toni e un semitono quello di quarta (do-fa) e con tre toni e un semitono quello di quinta (do-sol). Se vengono aumentati di un semitono si dicono, appunto, aumentati o eccedenti, se vengono ridotti di un semitono si chiamano diminuiti. Un intervallo che copre tre toni interi (un tritono) è detto quinta diminuita (ad es. si-fa) o quarta aumentata (ad es. fa-si) secondo il contesto. Partendo dalla nota più bassa e verso l'ottava, ogni intervallo può essere invertito e combinarne un altro. Così ad esempio una seconda (si-do) può dare una settima (do-si), una terza, può dare una sesta e una quarta può dare una quinta. Quando sono così invertiti, gli intervalli maggiori diventano minori e viceversa, ma gli intervalli giusti rimangono tali. Fondamentale è la differenza, sia nella melodia che nell' armonia, tra intervalli consonanti e dissonanti: ottave, quinte e quarte sono consonanze perfette; terze e seste sono consonanze imperfette; seconde e settime sono dissonanze. Vedi anche Armonia, Scala


Intonazione,
(1) emissione di una nota; (2) frase cantata dall'officiante per iniziare certe sezioni della messa, come Gloria in excelsis Deo e Credo in unum Deum.


Intonazione assoluta,
vedi Assoluta.


Invenzione,
nome dato da J.S. Bach alle proprie composizioni contrappuntistiche a due voci, per clavicembalo.


Inversione,
(1) cambiamento di posizione tra due note di un intervallo. Vedi INTERVALLO. (2) In una melodia si compie l'inversione facendo in modo che ogni intervallo ascendente si trasformi in uguale intervallo discendente, e viceversa.


Ionico,
vedi Modo, Modalità.


Ipertono,
vedi Armonici suoni.


Isoritmia,
(Gr. " di ugual ritmo ") ripetizione di uno stesso ritmo con note diverse, caratteristica della polifonia medievale.


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